Il frigo

Il frigo è uno dei testi teatrali più vorticosi di Copi, dove si ritrovano concentrati tutti i suoi temi e le sue manie, a cominciare dai sessi indefiniti e dalle violenze a ripetizione, sullo sfondo dell’incommensurabile solitudine di una donna chiusa in casa, che inganna le sue fobie e le sue angosce immaginando personaggi a ripetizione che la vengano a trovare.
A incarnare l’eroina di questa strana opera è Eva Robin’s. Ironica, affascinante, cinica: così Eva si presenta in scena, con un monologo che sembra scritto appositamente per lei, in un vorticoso crescendo di parole e situazioni da fumetto tragicomico come in un trip lisergico.
Nel Frigo c’è tutta la teatralità cinica e pungente del grande franco-argentino Copi, morto di Aids nel 1987, celebre per i fumetti della Donna Seduta e per la sua capacità di ridere con sprezzante ironia delle disgrazie e delle ingiustizie della commedia umana. Alla sua opera Teatri di Vita ha dedicato dal 2006 un progetto pluriennale che ha avuto già diversi esiti: spettacoli, convegni e il libro Il teatro inopportuno di Copi a cura di Stefano Casi (ed. Titivillus), primo volume di studi su Copi mai pubblicato in tutta Europa.
Nel Frigo, su uno sfondo pop iperrealistico, si avvicendano le sequenze più strampalate che si possano immaginare, in una girandola caleidoscopica che ruota attorno all’improbabile apparizione di un frigo nel salotto di una ex indossatrice sul viale del tramonto. Che si confonde con altri personaggi generati da quest’incubo: una psicanalista svitata, una madre crudele, una serva irriverente, un editore megalomane, un… topo!
Cosa aspettate? Nel Frigo spuntato nel salotto di Eva Robin’s c’è posto anche per voi. Tra un cane incontinente e un topo innamorato…

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