Il ritorno al deserto

Il ritorno al deserto

Il ritorno al deserto, scritto nel 1988 e mai rappresentato in Italia, è lo straordinario ritratto di una famiglia dell’alta borghesia francese in piena decadenza, lacerata da scontri umani e da lotte per l’eredità. Il tutto sullo sfondo dell’imponente ritorno in patria dei “piedi neri”, cioè i coloni francesi scappati dall’Algeria in seguito alla guerra di indipendenza del paese nordafricano agli inizi degli anni 60.
Lotte familiari, cornici storiche, scontri interetnici, diventano per Koltès occasione di scrittura di un’opera unica, che attinge dalla realtà e la trasforma in una narrazione classica, quasi mitologica, dove realtà e visione si mescolano in un vertiginoso affresco che anticipa i nostri giorni.

Ne Il ritorno al deserto Koltès retrodata il presente della scena al passato storico della Francia sconvolta dai contraccolpi sociali della decolonizzazione in Algeria: questa è la cornice dello scontro che si consuma all’interno di una famiglia borghese, intesa come luogo dell’inferno sociale, e rappresentata come una saga (a questo proposito Koltès scrive un racconto ‘genealogico’ dal titolo Cento anni della storia della famiglia Serpenoise).
L’ospite inatteso è Mathilde Serpenoise, che ritorna nella casa d’origine reclamando al fratello Adrien, capitano d’industria, i suoi diritti ereditari: uno lo specchio dell’altra, i due fratelli si rinfacciano colpe e responsabilità in un crescendo di interessi meschini, pulsioni di morte e auto-annientamento, pur essendo drammaticamente legati da una segreta passione amorosa.
Castrati e sconfitti dalla lotta intestina sono i rispettivi figli Fatima, Éduard e Mathieu, anch’essi avviluppati da desideri, segreti e nevrosi. Fuori le mura della casa, invece, a essere colpiti sono gli immigrati maghrebini, come dimostra l’attentato contro il caffè Saïfi organizzato dai poteri pubblici del Capitalismo (l’industriale Adrien), della Legge (l’avvocato Borny) e dello Stato (il prefetto Plantières).

Dopo i tre “pezzi” dedicati a Koltès nei primi anni 90 (L’ultima notteFuga e Là, dove ci si vede da lontano), e dopo numerosi omaggi disseminati nella sua opera teatrale e cinematografica, Andrea Adriatico torna a cimentarsi con la drammaturgia dell’autore francese, scegliendo il testo de Il ritorno al deserto, un’opera densa di implicazioni psicologiche, sociali e storiche. Confermando il suo interesse per l’uso drammaturgico dello spazio scenico, per il linguaggio cinematografico e per la funzione attiva dello spettatore, Adriatico compone uno spettacolo corale che si snoda tra i diversi livelli della vicenda con l’uso dei diversi mezzi artistici, e componendo la sua prima opera espressamente costruita sull’intreccio fra teatro e cinema. In compagnia di uno straordinario e numeroso gruppo di attori per un’opera corale nella quale emergono sinistramente e dolorosamente i personaggi interpretati da Francesca Mazza e Maurizio Cardillo.

Il ritorno al deserto
di Bernard-Marie Koltès
uno spettacolo di Andrea Adriatico

Traduzione Luca Scarlini
con
Francesca Mazza, Mathilde Serpenoise
Maurizio Cardillo, Adrien, suo fratello
Ali Baidoun, Aziz, domestico a giornata
Nunzio Calogero, Saïfi, padrone del caffè
Gianluca Enria, Plantières, questore
Andrea Fugaro, Mathieu, figlio di Adrien
Maria Grazia Ghetti, Maame Queeleu, domestica che vive in casa
Sara Kaufman, Fatima, figlia di Mathilde
Angela Malfitano, Marie, prima moglie (morta) di Adrien – Marthe, sua sorella, seconda moglie di Adrien
Marco Matarazzo, Edouard, figlio di Mathilde
Fabrizio Molducci, Borny, avvocato
Paul Ngeh, Il grande paracadutista nero
Stefano Toffanin, Sablon, prefetto del dipartimento

Aiuto regia Daniela Cotti
Costumi Andrea Cinelli
Scene Maurizio Bovi
Fotografia Raffaella Cavalieri
Movimenti di macchina Eros Paradisi
Suono Alessandro Saviozzi
Spazio Davide Di Pede
Luci Matteo Nanni
Assistente scenografo Eros Paradisi
Produzione esecutiva Monica Nicoli
Promozione e cura Emilio Ricciardi
Ufficio stampa Giampiero Leoni
Si ringrazia Laterizi Danesi
Produzione Teatri di Vita