
Bologna da vivere
Nel 2006 il free press settimanale Bologna da vivere ha coinvolto diverse personalità della città in ogni numero, chiedendo un testo per raccontare del proprio rapporto con la città. L’intervento di Andrea Adriatico è uscito il 27 ottobre 2006.
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Bologna da vivere? Effettivamente ci vivo da vent’anni esatti, da quell’ottobre dell’86 in cui la scelsi per continuare la mia formazione. Avevo avuto altri assaggi di Bologna nei vent’anni precedenti della mia vita. C’ero in vacanza, giovanissimo, nei giorni in cui uccisero Francesca Alinovi. Il giallo e l’arte, speranze e passioni. Poi qui venni per un celeberrimo concerto di Guccini e per la mia generazione, schiacciata tra gli anni 80 e li post modern, Bologna era il luogo migliore dove esistere. ESISTERE. Proprio questo verbo.
A Bologna sono esistito, per molto tempo. Esistito quando ho iniziato il percorso rapido verso il mio credo creativo, il mio giornalismo, li mio teatro, li mio cinema… A Bologna esistevo perché potevo essere me stesso senza un marchio di indicazione geografica tipica. Curioso no? Si parla della bolognesità e la miglior bolognesità è quella di chi esiste in questa città senza davvero appartenervi. In fondo quello che mi sono ripetuto per vent’anni è proprio questo: in nessun altro luogo avrei potuto esistere non riuscendo mai a dire “io sono di Bologna”.
Questa sensazione di costante estraneità, questo poter essere un creativo che non ha la patente delle due torri ma che ha prodotto, respirato, ed esportato il marchio Bologna è ancora oggi la mia forza e la ragione per la quale vivo ancora qui.
Sono meno felice adesso di quanto non lo fossi vent’anni fa. Ma sono un uomo migliore. E forse questo lo devo, in maniera assoluta, dolce e forte, a queste strade che mi hanno tolto il sapore del cielo che ti sovrasta quando cammini, o il precario riparo dalla pioggia, o la certezza di un vento che spazza i pensieri…
Bologna non mi piace, oggi ci vivo e basta. Non ESISTO a Bologna. Ho degli altrove dove esistere. E non mi piace con quel sentimento straziante di chi conosce bellezze tradite. Non mi piace il suo orgoglioso campanile di sciocchezze, il suo non saper fare tesoro di storie uniche.
Eppure sono ancora qui perché in fondo sono anch’io un decadente, e perché non si può sempre esistere, qualche volta si vive. Ed è abbastanza.